LIBRI DI MEMORIE
V’è qualcosa di arcano e bellissimo nel richiamare alla mente il passato, altrimenti pronto a sbiadire dietro di noi come la scia di un’elica che si estingue
Ricordo come cominciò. Il sole alto e le cose intorno danzavano enormi mentre io annaspavo su gambe troppo piccole, cercando di aprirmi una strada attraverso la neve che copriva tutto illuminando anche gli occhi chiusi. La mamma che protegge la mia testa nell’incavo della spalla e una statua di neve gelata costruita da mio padre per il sorriso di un bimbo, nell’incanto di una nevicata. I greci attribuirono a Mnemosine, figlia di Urano e Gea, il potere di ricordare e di incidere nella memoria la storia della nostra vita e i volti dei nostri cari. V’è qualcosa di arcano e bellissimo nel richiamare alla mente il passato, pronto a sbiadire dietro di noi come la scia di un’elica che si estingue. Grazie alla memoria ha luogo quello che nella realtà resta un sogno: le resurrezioni integrali di ambienti, persone e immagini di momenti irripetibili. La memoria mediata dal linguaggio ha consentito ai nostri vecchi di diventare testimoni della specie: molti secoli fa, quando tutto era nuovo e quasi senza nome, gli anziani dei villaggi si sedevano attorno al fuoco e raccontavano quello che era accaduto prima che i giovani fossero venuti al mondo. Quando la memoria sociale non esisteva, l’uomo nasceva senza esperienza, non faceva in tempo a farsela, la vita era brevissima e moriva. In epoca posteriore, un giovane di vent’anni era come se ne avesse vissuti cinquemila. I fatti accaduti prima di lui e quello che avevano imparato gli anziani, entravano a far parte della sua memoria, accadimenti e vite precedenti venivano sussunti e indossati come un abito regale. Oggi i libri sono i nostri saggi. Non ce ne rendiamo conto ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta, di chi non legge o non ha mai letto, è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi che leggiamo, o abbiamo letto, di esistenze ne abbiamo attraversate moltissime. Se vi è un’immortalità forse è proprio quella che volge lo sguardo all’indietro, risalendo la corrente degli eventi passati: personali, collettivi e interiori. L’uomo è un essere senziente ed è per questo che ha sempre avvertito l’esigenza imperiosa di coltivare la memoria. Per secoli, come già accennato, la maggioranza degli individui è stata analfabeta, incapace di decodificare qualsiasi linguaggio scritto. Gli eventi del passato venivano raccontati attraverso le arti figurative: la pittura, la scultura, la tradizione orale, la musica. L’arte figurativa e quella musicale sono state un veicolo potentissimo di diffusione del sapere, della cristianità e della historia ben prima che i libri potessero essere letti. Dalle incisioni rupestri degli Ottentotti alle deposizioni rinascimentali dei grandi pittori, una storia senza alfabeto tramandata da sole immagini e figure, divenute capolavori artistici.