La crisi

 LA CRISI

 

 

Osservando la realtà che si configura attorno alle nostre vite non possiamo non registrare cambiamenti sostanziali, il “corpo” sociale si muove con la guardia alzata, cercando di evitare i colpi di un essere tentacolare che si chiama crisi.

L’ho osservata, la crisi, passeggiando per le strade della mia città.

E’ li che la crisi si manifesta, negli occhi delle persone, nei volti contriti o impegnati in un saluto forzato ossequenti la buona creanza, i convenevoli nascondono meste verità, i bambini che tornano a giocare con i sassolini nell’assolato parco, sotto lo sguardo urlante dei genitori. Mentre avanzo fra gli alberi noto un anziana signora, che guarda il suo cane con occhi dialoganti, tiene stretto il guinzaglio che le avvolge la mano come per tenersi aggrappata a qualcosa, sulla panchina dei giardini pubblici l’ombra che si protende lungo il piazzale mi suggerisce la presenza di una persona, superato l’ultimo, possente elce, scorgo un uomo di mezza età rapito dalle pagine di un libro, sulla sovraccoperta leggo dialoghi morali di Seneca, accanto a lui altri tomi ingombrano la panchina come se volesse attendere, sfogliando quelle pagine, la fine di questo vortice tumultuoso di negatività, epistole di Platone, l’Etica Nicomachea di Aristotele, che tenerezza vedere un’uomo rifugiarsi nel genio degli antichi maestri, di coloro che ci hanno insegnato a vivere e morire, nella speranza di dissipare i perniciosi fantasmi che affollano i nostri pensieri, di trovare risposte alla nostre domande, alle domande di una crisi che tormenta il nostro essere, i nostri sonni. E’ come avanzare in una selva oscura e vedere le nostre carni dilaniate da maligni aculei, il senso di precarietà si combatte anche cosi, leggendo, edificando nella nostra immaginazione una casa, dove la crisi resta fuori dalla porta, dove il presente cambia volto, spostato più in la, obliato a favore di un altro, che è quello che vorremmo se avessimo la facoltà di mutare la realtà foggiandola a nostro piacimento. Improvvisamente vengo attratto da grida infantili, un gruppo di bambini all’uscita da scuola, si divertono spintonandosi rumorosamente, felici di aver terminato le lezioni. Quanti adulti vorrebbero tornare a quella dolce età, sorprendersi di ogni cosa, svegliarsi al mattino con la sola preoccupazione di imparare qualcosa giorno dopo giorno e, comporre il mosaico della propria vita, gli anni dell’infanzia come tasselli del futuro.

Poco più in la comincia la città vecchia, con le sue vecchie case alcune delle quali recano impresse su una stele le iscrizioni verbose che testimoniano il passaggio fugace di vite illustri, spente da secoli. Gli esercizi commerciali dalle saracinesche mai più alzate, poiché la vita attiva si è trasferita e con lei il dinamismo. Affacciate alle finestre figure senili mi guardano sospettose seguendo i miei passi, avverto il peso delle loro domande, della loro disperazione, un’ultra ottuagenario intento a contare i centesimi che gli sfuggono tra le pesanti dita, è una lotta impari, se ne va trascinando il peso degli anni e delle difficoltà. Le cinta murarie di un vetusto maniero annunciano la fine del mio viaggio di scoperta, i rintocchi regolari di una campana testimoniano il tempo che scorre e ci calpesta coi suoi piedi di bronzo, dall’alto con uno sguardo abbraccio la mia città, vestita di luce da un sole primaverile, il suo lucore è una maschera, capziosa come tutte, una Sindone sotto la quale si squadernano tristi verità, vite trascinate, inenarrabili segreti, è come riemergere da una palude stagnante da un gorgo oscuro, la speranza e l’ottimismo sono fiaccole che ci sottraggono a quella oscurità.

E’ nella speranza unita all’amore che dobbiamo credere, per trovare conforto, consapevoli che la storia è dalla nostra parte e che dopo una tempesta c’è sempre un arcobaleno ad annunciarne la fine.

Pubblicato da amicoproust

Giuseppe Cetorelli nasce a Roma il 10-07-1982. Compie studi tecnici e musicali. Si laurea in filosofia nel 2007 e consegue il diploma di sax in conservatorio. Appassionato di letteratura e filosofia, scrive racconti, testi per il teatro e recensioni musicali. Autore della raccolta di racconti "Camminando fra gli uomini" ha poi pubblicato un racconto in un volume collettaneo: "Il reduce" - Selenophilia (ukizero) edito da Alter Erebus. È fondatore e amministratore del blog letterario e filosofico www.amicoproust.altervista.org. È redattore del portale di attualità, informazione e cultura ukizero.com ed elzevirista de ilquorum.it. Ha rilasciato un'intervista ai redattori di occhioche.it, quotidiano online. È presente nel catalogo della rivista "Poeti e Poesia" con il racconto "Il Restauratore". È stato presidente e vicepresidente di un'associazione musicale, ha insegnato discipline musicali presso varie scuole private della regione Lazio. I suoi vasti interessi culturali e la propensione all'interdisciplinarietà lo hanno innalzato a vivace promotore di iniziative nei campi dell'arte e della letteratura.